Carnaval per 5 voci, solo di pianoforte e strumenti N. 1-9 Così disse lo scultore di prue N. 10 Lasciar vibrare N. 11 Stanze della pioggia N. 12 Liuto senza corde |
Dedication: | n. 10 a Daniele Pollini, n. 11 a Maurizio Pollini, n.12 a Marilisa Pollini | |
Instruments: | voci: soprano, contralto, tenore baritono basso, flauto contralto in sol, flauto basso, 2 clarinetti bassi in Sib., 2 tromboni, percussioni (almeno 2 esec.), pianoforte, pianoforte solista (gran coda), 2 violoncelli | |
Composition year: | 2010-2011 | |
(c): | Rai Trade 2012 | |
Catalogue number: | 4051 | |
First performance: | prima esecuzione n. 10, 11, 12: 30 agosto 2012 Lucerna, Luzernerfest
Neuevocalsolisten Stuttgart, Klangforum Wien, Daniele Pollini pianoforte, Tito Ceccherini direttore prima esecuzione integrale: 13 luglio 2015, Accademia Musicale Chigiana, Siena Neuevocalsolisten Stuttgart, Klangforum Wien, Daniele Pollini pianoforte, Tito Ceccherini direttore |
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Duration: | 50' | |
Quando Maurizio Pollini mi chiese di scrivere ancora per lui, volle lasciarmi del tutto libero.
Insisteva che mi orientassi fuori dagli schemi, verso ciò che di più risposte e personale desideravo.
Devo ringraziare l'amico per avere espresso così il dono della sua sollecitazione, senza tale impulso non sarebbe nato Carnaval, che è difficile accostare a qualsiasi genere musicale esistente.
Nell'idea di libro, raccolta o angolo di pensieri vengono a fondersi vari progetti: i madrigali concertati, i due tempi di una nuova cantata sul silenzio, una sonata da camera con piano solista; essa in ultimo ha infiammato i contorni di un altrove di cui sono in cerca.
L'insieme disegna un percorso in 12 stazioni sul tema della creazione artistica, la sua nascita, la fuggevole essenza. Chiameremo madrigali concertati i pezzi vocali che compongono Carnaval.
Un primo gruppo di 9, dal titolo Così disse lo scultore di prue, si basa sopra un testo singolare.
Nuova Guinea, isola di Kitawa, metà del secolo scorso. E' la patria delle barche cerimoniali dalle prue traforate, dalle forme espanse. Un vecchio scultore, Towitawa, dona al suo allievo una formula poetica per iniziarlo all'arte. Evoca innanzitutto due figure ( in cui proietta se stesso e l'altro) chine sull'acqua come per leggervi, insieme attingono il sogno dal sogno, il sogno dell'acqua, intesa come specchio e lente del mondo, di altri mondi. La trasparenza dell'immaginazione fa inventare con gioia per gli amici, la trasparenza permetterà al giovane di trasformarsi nel maestro.
E' un'acqua pura, di roccia, che sgorga dal profondo, non quella del mare che poi la barca dovrà solcare. Nel sogno del sogno, l'intuizione stessa diviene flusso, mormorio d'immagini.
La visione si spezza con l'irruzione di un essere fantastico, metà uomo metà uccello, quasi a sancire con la sua doppia natura l'opera degli artisti, e schizza intorno le figure da loro sognate (cioè le moltiplica). L'intera formula, anche se scandita in strofe musicali pausate, pretende la continuità di sequenza.
I due ultimi madrigali (n. 10 e 12) prendono più respiro a sé, abbracciando per così dire la parte concertistica. I loro testi anno atteso circa una decina d'anni nel portacarte dietro le mie spalle prima di passare una seconda volta sul tavolo e rivestirsi finalmente di suono. Per entrambi ho bevuto a fonti cinesi, presupposti dello Zen.
Sembrerebbe una prospettiva attuale, invece la distinzione tra musica che stordisce i sensi e musica che risveglia è davvero antichissima. A enunciarla è qu un discepolo di Confucio, Dian: mentre con l'orecchio sprofondiamo nel non udibile, la coscienza comincia a risuonare. Attraverso la nudità di pochi suoni, nel vuoto si offre a noi la scoperta della notte. A Dian vengono integrati altri frammenti Zhangzi (IV sec. A.C.) commentato da Guo Xiang (III sec. A. C.) e qualche riga dai Dialoghi di Confucio cap. XI Hiang Ying.
Tao Yamming, considerato il poeta del naturale, risale al IV secolo; nel finale recitativo di Carnaval egli ci mostra la forza mentale che feconda il silenzio.
Lasciar vibrare (n.10) è un canone a due, si flette dalle regioni femminili verso quella maschile; sul finire, con impresse le stimmate metalliche della sezione centrale, risaliamo all'incontrario dagli uomini alle donne.
Solo esordisce il pianoforte per condurci entro la Stanza delle piogge (n. 11). Intorno prenderan corpo le cinque coppie di esecutori fin ora limitati a presenze e aloni velati d'oscuro: flauto alto e flauto basso, due clarinetti bassi, due tromboni, due percussioni variegate, due violoncelli.
Musica simultanea nello spazio vicino e lontano, si creano paesaggi la cui discontinuità permette una propria significazione. In un'intermittenza di fondi ambientali chiari e cupi (di cui alcuni fruscianti e goccianti) sentiamo scontrarsi opposti principi. I processi deviano o s' invertono e la scrittura si fa volta a volta dialogica e impassibile, densa e rarefatta, sommessa ed esplosiva.
E quando si è consumato l'ampio intermezzo strumentale, Liuto senza corde arriva come un'epigrafe recitativa, sospesa in una luce fioca; le voci sono andate ad abitare la cavità risonante del pianoforte.
Perché Carnaval? So che la parola, riscattata da Shumann. di certo è appesantita da una secolare pletora di pezzi di carattere. La mia musica, ha qualcosa a che fare con il repertorio fantastico? In effetti sono un compositore per il quale l'elaborazione dei titoli gioca un ruolo non indifferente, sebbene solo di riferimento. Ben venga un omaggio a Schumann, a lui s'accorda curiosamente Towitara (secondo cui l'arte è materia inesauribile cavata dal sogni); con Schumann potrebbe mostrare lontane affinità questa musica, per la frammentazione ciclica della forma e l'unitaria varietà, a sorpresa e a contrasto, che anima la successione dei brani.
Carnaval, dunque, viaggio d'Ulisse: l'occhio di uno straniero si gira per un paese a noi consueto, oppure, l'occhio nostro di sempre si posa su una vita mutata. Maschera, finzione e doppio, non solo: nascondersi e scoprire, rivelazione. Ribellione degli schiavi, festivo capovolgimento del mondo, ricerca cosciente dell'identità. Crescere, nell'ambito psicologico, vuol dire andare da sè ad altro.
Parlavo col Geometra, un amico (ha l'ufficio al pianterreno di casa mia) e una mosca grande più del normale stava a pulirsi sulla cornice della porta. Qualche giorno dopo chiesi permesso e disegnai sulla pietra il moscone proprio nel punto dove s'era messo.
lo vi domando, e mi domando; cosa è questo?
Circolarità di immaginazione (sogno, forse) e ricordo che fissa lo scorrere del tempo.
Contradditorio fluire, nei due sensi, che è uno dei fondamenti segreti dell'arte. La bellezza affiora, fragile, nell'ascoltare il divenire delle cose, e induce una forma suprema di nostalgia senza perdita.
Carnaval, folla di strane figure da cui distilla un ulteriore accolta di titoli, riflessioni e ritratti. Osservatorio. Spazio intimo all'immaginazione
Testo
Così dice lo scultore di prue
N. 1 Chi vedi là, dolcemente chini?
Siamo tu ed io, creatori d'immagini
N. 2 Chini dolcemente sull'acqua
che spicca dallo rocce
N. 3 La nostra mente rapita
dal sogno troverà immagini
N. 4 Persi nel sogno inventeremo
immagini per i nostri amici
N. 5 E ti trasformerai in me
diventerai me, il tuo maestro,
N. 6 Persi nel sogno inventeremo immagini
l'intuizione mormorerà immagini
N. 7 Tremante inventerà immagini
tremanti; come acqua di sorgente
N. 8 Come acqua che spicca dalie rocce
Ed ecco il grido, l'eroe-uccello
N. 9 Soffia, schizza intorno
eccitato le immagini sognate
[Towitara Buyoyu, ricomposto da Salvatore Sciarrino, 2007)
N. 10 Lasciar vibrare
Suono pieno
Stordisce
tenue silenzio
trasporta i canti
tu lascia che il suono
baci la sua vibrazione
lascia
[S. Sc., 1999, Da antichi frammenti cinesi]
N: 11 Strumentale
N. 12 Liuto senza corde
Tao Yamming non sapeva la musica ma
Teneva presso di sé un liuto senza corde.
Quando provava un sentimento di pienezza
(grazie anche al vino) toccava lo strumento
per esprimere ciò cui si ispirava il suo cuore
[dalla biografia di Tao Yamming, storie dinastiche, elaborazione di S. Sc., 1999]
Donaueschinger Musiktage 2014 (2014) Neue Vocalsolisten Stuttgart, Klangforum Wien, Ilan Volkov direttore Neos 11522-24 2014
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