Coscientemente o no, l'artista interpreta la storia, legge la complessità del mondo. Egli è tenuto a scegliere prospettive che altri non frequentano: altrimenti non raggiunge alcuna originalità, né si distinguerebbe dal contesto dove si trova a crescere. Ogni opera, almeno che tale voglia dirsi, non vuole genericamente proporre qualcosa, vuole invece cambiare la società. Quando è nuova brucia, di per sé problematica, pone domande. L'opera nasce inquieta e per questo dona, a chi lo sa cercare, il piacere della scoperta e della conoscenza. Per mezzo del linguaggio creativo siamo condotti al di là del quotidiano, di cui poi meglio comprenderemo il senso. I miei titoli hanno antica consuetudine con il punto interrogativo. La questione dell'equilibrio qui riguarda anzitutto la forma musicale, eppure tacitamente parla del comportamento e della disciplina che sta alla base del linguaggio artistico, dove l'essenzialità, il sottrarre divengono il principio segreto e la mèta. Per la sua libertà di pensiero, nell'opera talvolta si determina una certa apparente disorganicità proprio a causa dell'impulso immaginativo: esso non può che presentarsi inusuale ed estremo. Normalizzare l'arte è, appunto, uno dei delitti più praticati dai politici contro la civiltà. La cultura li irrita in quanto si contrappone alle banalità comuni, a un divertimento che addormenta e non risveglia. L'arte richiede impegno e annoia solo chi non se la conquista. Ecco perché il compositore deve cercare nuovi collegamenti: figure lontane che nessuno sente, e quelle così vicine che nessuno distingue. Il musicista come il poeta è fatto per calcolare l'incalcolabile, progettare l'imprevedibile; dunque, tu che ascolti, sgombra la mente, lasciati portare e sussulta ai suoni che incontri, però accoglili. Molto ho già scritto sulla pittura di Burri. Affiorano anche tanti ricordi personali; tuttavia sono dettagli, non mi pare la sede di riferirli, dato che festeggiamo i cento anni. Che sia la musica a dipanare un racconto col suo respiro, e nitidezza di luce, di orizzonti: emozione che niente può eguagliare.
Salvatore Sciarrino