Molti seguono la vicenda delle stagioni; forse non molti sono in grado di leggervi un intreccio intelligente ed infinito.
L'inizio della fine è sempre discreto scriveva Wells: ora ecco canti di uccelli, fiori e farfalle fuori tempo portano avvisi gentili della catastrofe finalmente annunciata anche dai climatologi. Tutto è già stato.
Purtroppo l'ignoranza si traveste di onnipotenza. D'altronde, per chi ha coscienza, la capacità di intravedere un futuro si identifica con l'uomo e la sua dignità; se questa si perdesse nella disperazione o nell'indifferenza, che senso avrebbe sopravvivere?
L'ecologia sta diventando uno degli argomenti centrali nel dibattito delle idee e ciò la rende merce banale. Tuttavia è difficile anche volendo, non rispecchiare problematiche così vaste, che riguardano intero il pianeta vivente e i destini dell'umanità.
Immaginiamo, in un percorso di ascolto, di attraversare ambienti acustici intermittenti: un'oscurità echeggiante, in contrasto a un fondo chiaro, asciutto e granuloso di battiti velocissimi impercettibili; ma a volte l'alternanza sembra trasalire, cadere in lievi, volute incongruenze.
Sul fondo di tale discontinuità a pannelli rigidi viene a sospendersi l'elemento organico, la cantilena del violino solo, a tratti distorta, cui altre voci rispondono.
L'esperienza di un perenne entrare e uscire mette in discussione e modifica l'esperienza in sé; inoltre mostra quanto lo spazio ambientale possa alterare un identico soggetto.