Da gelo a gelo (Kälte) 100 scene con 65 poesie |
Wordbook: | Salvatore Sciarrino da Diario (Noshi) di Izumi Shikibu | |
Characters: | Izumi, cortigiana (soprano), la nutrice del principe/la cameriera di Izumi (mezzosoprano), il paggio di Izumi (controtenore), il paggio del principe (controtenore), il principe (baritono) | |
Instruments: | 3(=1+Fl.c+Fl.b).3(=2+c.i).3(=2+cl.b).2 / 2.3.2.-. / perc / archi (min. 10.8.6.4.4.) | |
Composition year: | 2006 | |
(c): | Rai Trade 2006 | |
Catalogue number: | RTC 1627 | |
Manuscripts and printed documents kept at the Paul Sacher Foundation in Basel> | ||
First performance: | 21.05.2006, Schwetzingen - Anna Radziejewska soprano, Cornelia Oncioiu mezzosoprano, Felix Uehlein e Michael Hofmeister controtenori, Otto Katzameier baritono, Klangforum Wien, Tito Ceccherini direttore, Trisha Brown regia, Daniel Jeanneteau scene, Elizabeth Cannon costumi, Jennifer Tipton luci | |
Duration: | 1h50' | |
PREMESSA
Intorno all'anno 1000, un Giappone diverso da quello che noi conosciamo. Alla corte deiFujiwara matura un mondo perfetto come un frutto. Dimenticata la paura quotidiana dellaguerra, la felicità si insedia nel presente e presto si vena di un sentimento sottile e avvelenato: la malinconia di non poter sperare in un qualsiasi avvenire, perché tutto è dato ora.
Inavvertito, nell'arcipelago è sbarcato un incanto, forse non a tutti comprensibile, l'incantodi scherzare sull'orlo del nulla.
In contatto diretto con la natura, il culto delle stagioni offre gli spettacoli più seguìti e ammirati.Diventano cose memorabili le impercettibili sfumature di luce, di colore. La manìa perle allusioni delicate viene esasperata all'infinito. Basti un solo esempio: presso una notalocalità di pellegrinaggio, tra svariate migliaia di Budda d'ogni dimensione, spuntano440.630 pagode in miniatura.
La letteratura diventa un piacere assai diffuso. La fonte principale degli antichi versi si chiamerà Raccolta delle 10.000 foglie. E le poesie, tracciate su fogliolini, volano a tutte le oredavvero come sciami di farfalle.
Seminascoste, le donne vedono senza essere vedute. Affilano l'orecchio, capace ormai diriconoscere ogni flessione di voce, ogni passo. Donne sono i maggiori scrittori dell'epoca.
Mentre il cinese viene usato per l'ufficialità della corte, intanto le cortigiane tengono i lorodiari, i primi capolavori della lingua giapponese. Una sorte analoga ai nostri volgari europei,se paragonati al fiacco artificio latino, pian piano che stinge verso l'età moderna.
Non era necessario infuriasse la tempesta affinché tutto finisse: ogni civiltà, tanto fragilequanto più preziosa, svanisce al primo soffio, come una bolla. Un monito per noi, affascinatidall'ecologia?
Era un frutto dolce, pronto a cadere.
ARGOMENTO
Da gelo a gelo è liberamente tratto dal Diario (Noshi) di Izumi Shikibu. Questo fu redattotra il 1002 e il 1003 d.C. ed è l'unica sua opera in prosa. L'autrice viene considerata la piùgrande poetessa del Giappone, di lei restano sette volumi di poesia. Nacque nel 974, sisposò ed ebbe una figlia, poetessa anche lei. Si separò poco dopo e divenne l'amante delprincipe Tametaka. Nel 1002 il principe morì: il Diario tratta di una nuova relazione, con ilprincipe Atsumichi (Sochi no Miya, il nome sotto cui è adombrato).
Il libro s'interrompe quando la relazione cessa di essere segreta e Izumi va a vivere nelpalazzo del principe. Si sa, e non se ne spiega il motivo, che lo scandalo fosse tale dacostringerla ad andarsene e a separarsi dal suo amante.
Nel 1005 si sposò con il Governatore del Tango. Tre anni dopo fu chiamata dalla reginaAkiko alla corte di Kyoto, dove già si trovava Murasaki, la più celebre prosatrice giapponese.Dove finisce il Diario di Izumi s'interrompe pure Da gelo a gelo, ma l'intera vicendaha acquistato un'autonomia propria. La psicologia dei personaggi, anzitutto, viene ritagliataentro una rapida successione di scene brevissime; tali inquadrature obbligate formanouna campionatura dei comportamenti e del tempo, introducendo anche una dimensione ecologicache ci fa attenti al mutare delle stagioni.
Così Da gelo a gelo richiama un'idea circolare, il ritorno della stagione fredda portata dallostillicidio dei giorni: quelli della solitudine forzata, dell'attesa, dell'abbandono.
E certo allude, il titolo, ad altro gelo, all'estenuarsi di una relazione che non si dischiude.Una storia senza storia, priva di avvenimenti sconvolgenti come, in una prospettiva ravvicinata,è il quotidiano di ciascuno di noi. Una falsa quiete, tessuta di indecisione, sotterfugi,tristezza, e dell'instabilità di chi non sa dove nascondersi. Uscire di casa insieme diviene unevento traumatico; cambiare dimora diviene un esito epocale e l'inizio, forse, di una nuovaincertezza. Restiamo in attesa di conflitti che sembrano sul punto di giungere.
Le contraddizioni della coppia stridono nell'avvicendarsi sfasato degli umori; quasi mail'azione dell'uno corrisponde alle aspettative dell'altro, anzi sembra giungere a capriccio,per provocare una reazione.
Reciproche le disattenzioni.
Il Principe corteggia Izumi prematuramente, durante lo sbandamento provocato in lei dalrecente lutto; poi insiste affinché lei venga a stare nel suo palazzo, senza riflettere sulleeventuali conseguenze. Egli subisce passivamente la nutrice che lo spinge, se a buon consiglioo per intrigo non sappiamo.
Dall'altra parte sta la sensibilità di Izumi, la sua paura in sottofondo di non essere compresa(tipica degli artisti) che la portano a eccessi di tensione, ad assenze crudeli, a reazionivenate da disprezzo. Tuttavia il Principe mostra ripetutamente di apprezzare la poesiadell'amante. Da notare la scena in cui se ne va via cantando una canzone inviata da leitempo prima (ed è particolare di mia invenzione).
Dell'originale Diario di Izumi colpisce la sovrabbondante natura epistolare della relazioneamorosa e da lì sono partito.
Sono assai trasfigurate rispetto all'originale le poesie, in qualche caso ne è stato modificatoil soggetto. Una complessa strategia ha regolato la qualità dei versi durante lo svolgersidell'opera, perché la forza dell'ispirazione di Izumi fosse manifesta. Ho deciso che versola fine il Principe smettesse di inviare versi e mandasse semplici biglietti, mentre Izumiresta poetessa sino in fondo.
TESTO E MUSICA
Immaginiamo che non solo le persone parlino, ma anche i fogli scritti si facciano sentire: èquanto avviene in quest'opera, dove i vari generi di scrittura sono resi con tipi di voci e stilizzazionidiverse.
I due amanti si scambiano poesie contornate di linguaggio corrente.
La Prosa delle lettere viene affidata a strumenti che deformano le parole e sottraggono unpoco di intelligibilità. Sono una coppia di flauti per ciascun protagonista a creare quasi unavoce meccanica e impersonale (frasi racchiuse nel libretto, entro virgolette " ").
Invece le poesie, sia scritte sia talvolta dette, competono al canto lirico, dando luogo a breviCanzoni. Fra le quali tre poesie antiche scandiscono uno stile di musica inconsueto.Suoni nebbiosi, tenuti, divengono elemento quasi segnaletico della drammaturgia: un veloquasi immobile, attraverso cui risuonano attutite le prose, e le canzoni dipanano una musicafiliforme come la scrittura. Tali suoni nebbiosi si arrestano solo sul limitare dei rari incontrifra i personaggi, quando la musica si spalanca nel suo pieno rilievo spaziale.
Fra il personaggio che vediamo leggere e la voce di chi scrive c'è una scissione costante, eciò disegna la topografia mentale dell'opera, separando percezione soggettiva e realtà,accentuando il ricomporsi del mondo sonoro che s'apre nelle altre scene.
Allora alle nostre orecchie sembra di accogliere i suoni dell'universo intelligente.Riconosciamo, con l'avanzare della stagione, il destarsi e poi l'assordare dei grilli notturni,e il loro estenuarsi lungo il declino autunnale. Possiamo distinguere il fruscio delle piogge,il rombo del fiume in piena ma anche quello, ben più assordante, del silenzio della notte.Sentiamo il contrarsi dei giorni che si sfogliano veloci. Contro i trionfalismi di una certa tradizione,albe livide schiarano l'affacciarsi di un domani / che non porta gioia (secondo versiora non inclusi nel libretto). Qui l'essenza della musica è una monodia assoluta, sospesa nelvuoto. Essa non ammette accordi sotto di sé. Cosa la circonda? Una sfera non temperata,ricca di una infinita gamma di silenzi e di timbri. Difficile per essa citare precedenti storici(inclusi la nascita del melodramma e il canto gregoriano).
Non altezze in successione bensì suoni in movimento, messe di voce, portamenti. Gli intervallivengono rigenerati come dal niente, geometricamente, da incroci di piani direzionati;questo fa cantare di nuovo, e l'espressione scavalca quella più a portata di mano, cioè i relittidella tradizione colta o commerciale.
LA SCENA
Una parete sottile divide in mezzo la scena: a sinistra lo spazio della donna, a destra lo spaziodel Principe. Non spazi illimitati bensì ambienti geometrici. Quando si agisce in unametà, l'altra rimane oscura.
A questa alternanza corrisponde lo scambio dei messaggi: mentre la protagonista legge, siode la voce dell'amante nel buio, e viceversa.
La lunga linea orizzontale, al centro delle pagine del libretto, indica ogni volta un'interruzionedurante l'azione. Non si faccia buio bensì stacchi di luce neutra: tranne qualche eccezionel'interruzione corrisponde, in partitura, a una pausa.
La donna siede di profilo, in avanti presso il divisorio; il Principe siede un po' arretrato, afianco del divisorio, faccia al pubblico. Vicinanza reale e lontananza apparente devono interferiretra loro.
Per arrivare dal Principe i paggi entrano dalle quinte, percorrono la ribalta, poi voltano lespalle alla platea e gli vanno incontro. Dall'altra parte i paggi vengono dal fondo lungo lequinte, si girano e avanzano verso Izumi; tale continuo movimento deve tessere un giocoagile così da notarsi sempre meno.
Quando fa visita a Izumi, il Principe entra nello spazio a sinistra.
Durante gli incontri esterni la parete centrale si sdoppia e apre un improvviso spazio astratto,quasi un corridoio o una strada soffocata fra due case. Qui gli amanti camminano o siaffrettano, e scompaiono lateralmente, come inghiottiti dal nulla. Dalla fessura verticaleoltre questa prospettiva, si intravede talvolta l'altrove animato (il tempio, il lago).
Alla fine Izumi verrà introdotta nello spazio di lui.
Due grandi aperture incombono, porte o finestre che siano. La prima, dietro lo spazio femminile,ci fronteggia; la seconda, pur restando invisibile a lato dello spazio maschile, proiettanell'ambiente luci e chiarori.
Attraverso tali aperture viene scandito il passo accelerato dei giorni, il mutare di una metereologiaoggettiva e fatale insieme: i personaggi sembrano rispecchiarvisi ed esserne forsein balìa.
Anzi, durante temporali o piogge incessanti, lampi di controluce spaventosi potranno renderevisibili simultaneamente entrambi i lati del palcoscenico. Durante questi istanti, i protagonistie i Paggi nel loro tacito affrettarsi appariranno come uomini d'oggi, del tutto inadeguatidi fronte agli eccessi del clima.
· Programma della prima rappresentazione, Da gelo a gelo, Schwetzingen, Rokokotheater, Schwetzinger Festspiele, 21 maggio 2006.