Cimentarsi sempre con lo stesso nemico. A distanza di anni.
Le mie armi si sono affinate. Anch'esso è divenuto più forte: a ogni mio progresso mi ha inseguito silenziosamente, passo a passo.
Ora lo ritrovo innanzi.
Eppure, voglio batterlo con altri mezzi, e il mio attacco sarà diverso. Altre le strategie perché l'orizzonte è mutato.
Il primo Trio era del 1975. La sua opulenza costò assai energia, e come conseguenza ebbe di spogliare le stagioni seguenti.
Parimenti, e con esito dissimile dal primo, questo si misura con l'organico dall'equilibrio impossibile. Non solo come formante storica, ne assume l'eterogeneità ed essa diviene punto di forza di ogni ulteriore scelta compositiva.
Il Trio n. 2, del 1987, così asciutto e spavaldo. Pare mostrare la trasformazione delle figure come attraverso gli schermi di una macchina fantasma.
Qualcosa di meraviglioso e, insieme, di meccanico. Anche la musica, tocca oggi da Proteo, esibisce le sue mutazioni genetiche.
Non è l'uso del computer dunque a rendere moderni. Anzi: fiacca la memoria e giunge a intaccare l'invenzione. Infatti lo sforzo di immaginare un risultato è le prime propaggini della creatività.
Tre erano le Grazie, o fanciulli: Melete, l'esercizio; Mneme, il ricordarsi; Aoide, il cantare.
Dunque cosa ci farà moderni?
Sensibilità, l'attenta intelligenza, un'insaziabile sete.
Non la smania di arrivare, non l'ebete facilità delle stampanti.
Questa composizione fu commissionata dalla F. van Lanschot Bankiers n.v. in occasione del 250° anniversario della fondazione della banca, ed eseguita la prima volta al Concertgebouw di Amsterdam.
(1989)