Cadenzario per orchestra con solisti |
Dedication: | ad Aldo Bennici | |
Instruments: | fl ob vl pf soli /2.2.2.-. / 2.2.-.-. / perc cel / archi | |
Composition year: | 1982-91 | |
(c): | Ricordi 1991 | |
Catalogue number: | 135782 | |
Manuscripts kept at the Archivio Storico Ricordi in Milan | ||
First performance: | 01.12.1991, Carrara, Teatro degli Animosi, XI Stagione Concertistica ORT, Caro Mozart - Michele Marasco flauto, Mario Frezzato oboe, Andrea Tacchi violino, Folco Vichi pianoforte, Orchestra Regionale della Toscana, Donato Renzetti direttore | |
Duration: | 25' | |
Quando uscii dall'adunanza festiva, mi vennero in mente le parole di Zenone:
«Fanno male coloro che credono di comprendere il passato. E i grandi uomini
del passato noi li onoriamo per ciò che hanno risolto in luce, ma a noi conviene pensare
soltanto alle tenebre in cui ci hanno lasciato». E la Scrittura dice: «Ogni luce splende il
suo tempo; ricordate quella spenta e accendetene una nuova e andate avanti».
(Hofmannsthal, II centenario di Mozart a Salisburgo, 1891)
Vi accompagno nello studio, presso al mio tavolo. Tolte dalla biblioteca le mie Cadenze, ve le voglio mostrare: le ho composte nell arco di anni per i Concerti di Mozart, quelli privi di cadenze autografe. Ma cosa vi sto sfogliando? I Concerti di Mozart? Non proprio. Le mie Cadenze rilegate insieme? Neppure. Per potervi mostrare come tutto il mio lavoro venga ora a disegnare un corpus autonomo e insieme dipendente dal corpus mozartiano, ho dovuto comporre un Cadenzario.
Ogni cadenza era stata scritta per essere inserita in un pezzo specifico (con il quale, naturalmente, presenta omogeneità). Ogni cadenza occupa il posto di una pausa, e in certi movimenti se ne spalancavano tante, di interruzioni.
I criteri stilistici adottati portano a una inaspettata continuità della musica, e a un restauro rigoroso del Concerto originario, ma con coraggio inventivo che la filologia da sola non consentirebbe. Come conciliare allora tutte queste diverse destinazioni, e simultaneamente percorrere la concezione unitaria e variata, il gioco dosato dei moduli cadenziali, la trasparenza in filigrana dei modelli? Mettersi ad ascoltare i Concerti di Mozart con i nuovi interventi, sarebbe stato davvero troppo lungo.
Ecco nascere il bisogno di stacchi violenti, per sfogliare il tempo come fosse un libro. O, più semplicemente, per saltare da un movimento, da un pezzo all'altro. Gli stacchi saranno affidati agli strumenti più lontani ed eterogenei rispetto alla cultura mozartiana.
Provengono in massima parte dall'area giapponese. Tradizioni diverse accostate reagiranno per estraneità.
Gli strumenti scelti poi, sprigionano eccezionale violenza fonica: l'energia concentrata, l'impulso che producono è tale da attraversare pareti, tale da bucare anche il tempo. Da stanare vibrazioni come di vetro nelle stanze dall'acustica più arida e silenziosa.
Questi stacchi in realtà costituiscono un discorso parallelo e più lento che, immesso sul linguaggio settecentesco, riesce a infrangerne la verbalità e indurre un vortice geometrico e cronologico.
Tre dunque le dimensioni di lettura: quella dei singoli concerti, gli stacchi fra loro, infine il Cadenzario vero e proprio, formato dall'interazione degli stacchi sulla continuità, per accelerare il tempo.
E molti ancora i livelli di significato possibili: questa è una composizione nuova, ma questo è anche un inconsueto riutilizzo del patrimonio tradizionale; e la forma assunta sposa insieme una funzione estetica con una certa intenzione didattica, si mescolano tempo musicale e tempo storicizzato.
Percepiamo dunque un terzo tempo, la prospettiva immaginaria cioè, scaturita dall'interferenza continua dei primi due.
Ancora qualcosa rimane da dire. Un augurio. Ho dichiarato in più occasioni che solo un atto d'amore può rendere viva la tradizione.
Dopo anni di consuetudine con lo stile di Mozart, di studio artistico e quasi scientifico, di trasposizioni e identificazioni (poiché qualcosa di questi traffici sempre ci rimane addosso, e dentro) venga il tempo del deviare. Sì, proprio per me, che troppe volte ho evocato il suo fantasma, è venuto il tempo di dire basta: Cadenzario uccida Mozart, e spazzi via da me questa coltre invisibile che toglie la voce ai nostri giovani, soffoca la loro identità, che ha fatto del salisburghese una gloria e una merce.
(1991)
SALVATORE SCIARRINO LE FIGURE DELLA MUSICA (1998) Massimiliano Damerini pianoforte, ORT Orchestra Regionale Toscana, Donato Renzetti direttore, Roberto Fabbriciani flauto, Sonia Turchetta voce Ricordi 1998 2 CD Allegati al libro
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